I primi insediamenti nella zona risalgono a epoche molto antiche, come testimoniato dal rinvenimento di una necropoli protovillanoviana e di vario materiale archeologico, tra cui alcune ceramiche databili al IV secolo a.C.; a questi subentrarono stanziamenti di liguri, galli e romani. Il toponimo, che compare per la prima volta, come CASTRUM NOVUM, in un documento degli inizi del XII secolo, fa riferimento ad un nuovo castello, costruito tra il 1066 e il 1110 e che sostituì nella funzione difensiva un precedente fortilizio esistente nella località di Bismantova. Dopo le invasioni barbariche nel 1111 fu donata dalla contessa Matilde di Canossa al monastero di Sant’Apollonio. Passata poi sotto l’influenza di Reggio, ne seguì le sorti, venendo funestata nel XIII secolo da continui scontri e distrutta nella prima metà del Trecento per ordine di Luigi Gonzaga. Possedimento estense ebbe podestà e statuti propri, registrando sotto il dominio pontificio numerosi episodi di brigantaggio. Dopo l’invasione napoleonica e la restaurazione austriaca, partecipò ai moti risorgimentali e, annessa al regno d’Italia, verso il 1870 divenne il fulcro della resistenza dei montanari reggiani contro l’esosa legge sul macinato. Tra i monumenti, oltre ai ruderi del castello medievale, figurano: la pieve di Santa Maria di Campiliola, anteriore al XIII secolo; l’antico eremo della Madonna della Pietra; l’ottocentesco palazzo ducale; un torrione (oggi monumento ai Caduti) e l’oratorio della Santissima Trinità a Felina, il palazzo Gatti (XV-XVI secolo), in località Gatta, le case torri dei Rodolfi e dei Landini a Gombio e le case Poncemi e Tamburini a Villaberza.