Citata, come Luciaria, per la prima volta in un diploma della fine dell’ottavo secolo, col quale Carlo Magno l’assegnava alla chiesa reggiana, fu abitata fin da tempi più antichi, stando al rinvenimento nella zona di resti di abitati romani; si tratterebbe della prestigiosa Nuceria.
Controversa è l’origine del toponimo, riportato da alcuni ad un’ara di un certo Lucio Romano, al latino LUTEUS, ‘fangoso’, o ILLUC GLAREA, ‘ghiaia’, e da altri al luccio o ai termini LUCIDARIA, ‘zona di acque limpide’, e LUCI-AREA, ‘bosco sacro’. In posizione strategica per il controllo sul Po, cui ha legato la sua storia, fu al centro di contese e teatro di eventi bellici tra Parma, Mantova e Cremona, registrando numerosi passaggi di proprietà: fu dominio, tra gli altri, dei Canossa, degli Estensi, dei Gonzaga e dei Bonacolsi.
Tornata ai Gonzaga nella prima metà del Trecento, rimase nel ducato mantovano fino al 1630, quando passò in quello di Guastalla. Teatro nell’agosto del 1702 di uno degli episodi più cruenti della guerra di successione spagnola, con la pace di Aquisgrana fu assegnata al ducato borbonico di Parma e Piacenza, passando nuovamente agli Estensi nel 1848. A confine con l’impero austro-ungarico, favorì il passaggio nel Lombardo-Veneto di numerosi fautori dell’indipendenza italiana, venendo annessa alla provincia reggiana con l’avvento dell’unità d’Italia.
Dalla fine del 1800 si aprì al diffondersi del socialismo, con la costituzione di più società operaie, seguita dalla dura repressione fascista e dall’attiva partecipazione alla Resistenza. Tra i monumenti spiccano la chiesa di San Giorgio, costruita su una precedente struttura romanica, la settecentesca torre del comune, il palazzo della Macina, il teatro sociale degli inizi dell’Ottocento e la villa Maso del XVI secolo.