Annessa al comune di Correggio fino all’unificazione d’Italia, quando acquistò l’autonomia amministrativa, deriva il toponimo, che è stato semplicemente Rio fino al 1864, dal latino RIVUS, ‘ruscello’, e SALIX ‘salice’. Zona paludosa e acquitrinosa in epoca romana, alla quale risale l’inizio dei lavori di bonifica, si aprì poi alle invasioni barbariche e, sottoposta alla giurisdizione del vescovo di Reggio, passò verso la metà dell’undicesimo secolo tra i possedimenti dei Canossa.
Durante il regno dell’imperatore Federico Barbarossa fu infeudata a più signori di Cavriago; a questi subentrarono nella prima metà del Trecento i Da Correggio, di cui seguì le vicende, venendo sottoposta dapprima alla tutela viscontea e successivamente a quella estense. Passata al duca di Modena, Francesco I, nella prima metà del XVII secolo fu ripetutamente devastata dagli eserciti tedesco e spagnolo, che si affrontavano nella pianura circostante, e spopolata dalla peste del 1630.
Teatro nel 1649 di un cruento scontro tra le truppe spagnole e quelle franco-estensi, registrò in seguito un susseguirsi di dominazioni. Dopo i moti risorgimentali e l’ingresso nel Regno d’Italia, verso la fine dell’Ottocento vide il sorgere delle prime forme di associazionismo operaio e contadino, contro le quali si scagliò la repressione fascista, seguita da un’attiva partecipazione alla Resistenza partigiana.
Tra le testimonianze storico-architettiniche spiccano la chiesa parrocchiale di San Giorgio, in stile neoclassico, e il municipio, costruito anch’esso in forme neoclassiche sul finire del secolo scorso.
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