Identificabile probabilmente con quella VILLA IN MONTANIS citata in un documento degli inizi del X secolo, col quale Berengario ne confermava il possesso da parte dell’episcopato reggiano, seguì a lungo le vicende della vicina località di Minozzo (in passato MELOCIUM), rimasta sotto l’influenza della chiesa cittadina fino alla metà Duecento, quando giurò fedeltà al comune di Reggio.
Assegnata brevemente ai Da Dallo, passò poi ai Fogliani, che vi governarono fino all’avvento di Niccolò III d’Este, il quale nella prima metà del XV secolo estese la sua signoria su gran parte dei castelli circostanti, facendo della rocca di Minozzo la sede di una podesteria, la cui amministrazione fu regolata da minuziosi statuti. Più volte turbata da episodi di banditismo, sul finire del Settecento aderì alla Repubblica reggiana e, assoggettata a continui passaggi di milizie francesi e tedesche, nel 1815 cedette all’emergente località di Villa il ruolo di sede municipale.
Dopo la restaurazione austro-estense e l’annessione al Regno d’Italia si trovò a dover affrontare i tipici problemi delle zone di montagna, quali l’isolamento e le precarie condizioni di vita della popolazione, causa di un’accentuata emigrazione. Grande ne è stato il coinvolgimento nell’ultimo conflitto mondiale ed in particolare nella lotta partigiana. Tra le testimonianze storico-architettoniche, oltre ai pochi resti del castello di Minozzo, figurano la parrocchiale, la cosiddetta rocca di Sologno, alcune case-torri a Costabona e le case Fioroni in località Monte.
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