Abitata già in epoca molto antica, come testimoniato dal rinvenimento nella zona di un villaggio dell’età del bronzo, dovette registrare in seguito vari insediamenti, stando alle origini etrusca, gallica e romana dei nomi di alcune località: quello comunale, che in documento della fine del 1100 figura come Viglanum, sembra derivi dall’aggettivo in -anus del nome latino di persona VILIUS; non manca però chi lo riporta alla famiglia celtica dei Vellauni, che ne avrebbe avuto anticamente il possesso. La sua storia non si discosta da quella dei terrori circostanti, assoggettati nel corso dei secoli a più dominazione: possedimento dei vescovi reggiani, che scelsero come residenza estiva Castello di Querciola, fu feudo degli Attonidi di Canossa e dei Fogliani, venendo concessa dagli Estensi verso la fine del Cinquecento agli Aldrovandi Marescotti. Rimasta agli Aldrovandi in seguito alla separazione dal feudo di Castello Querciola, concesso ai Selvatico di Padova, con l’avvento di Napoleone fu annessa alla Repubblica reggiana, ritornando sotto l’influenza estense dopo il congresso di Vienna del 1815. Le vicende successive all’ingresso nel Regno d’Italia non fanno registrare eventi di particolare rilievo. Del suo patrimonio storico-culturale fanno parte il castello, anteriore alla prima metà del XIV secolo, la parrocchiale del Santissimo Salvatore, la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta e l’oratorio della Madonna del Rosario a Castello Querciola, le chiese di San Pietro Apostolo e San Giovanni Battista nelle omonime località, la chiesa di San Prospero a Regnano e la casa-torre Spadoni a San Polo.